Comunicato stampa congiunto sul volantino shock esposto al consultorio di Jesi

Comunicato stampaIn riferimento all’articolo uscito sulla stampa riguardante il volantino shock esposto al consultorio di Jesi, comunichiamo quanto segue.

L’articolo riferisce di una situazione estremamente grave nei riguardi della piena applicazione della legge 194/78, in molti casi disattesa. Oltre al generale disservizio, lo spazio informativo in quella che è una struttura pubblica è di fatto monopolizzato dalla propaganda ideologicamente orientata del CAV (Centro di Aiuto alla Vita).

Il CAV di Jesi, che dispone di una grande bacheca espositiva all’interno del consultorio, produce un volantino in materia di IVG in cui non accenna minimamente al punto di vista della donna, ponendo il feto in primo piano e relegando la donna a puro “contenitore”.

Il CAV ha dichiarato di non essere a conoscenza del volantino incriminato, sebbene su quest’ultimo sia ben visibile il loro timbro ed asserisce di non voler mettere in discussione l’autodeterminazione femminile, affermazione che suonerebbe ridicola se non fosse così grave il fatto che tutta la comunicazione di questo ‘centro’ sottende al messaggio che la scelta della donna di abortire sia un atto contro la vita.

La legge 194/78 tutela la maternità cosciente e responsabile, sia quella portata a termine sia quella che la donna decide di interrompere in piena consapevolezza, per motivi che non spetta a nessuno giudicare. Questa e non altra deve essere l’informazione fornita alle donne che accedono ai servizi consultoriali, che ricordiamo essere pubblici e laici.

Auspichiamo, dunque, affinché siano tutelate salute e dignità della donna, un maggiore e più serio controllo delle comunicazioni, che nel Consultorio pubblico vengano ripristinati equilibrio e verità informative e che vengano esposte in maniera ben visibile tutte le informazioni necessarie a ribadire i diritti sanciti dalla 194/78 a tutela della procreazione cosciente e responsabile, diritti che vanno tradotti in servizi di prevenzione e tutela della salute e della sessualità della donna, informazione ed educazione sessuale tra adolescenti e diffusione della contraccezione, prestazioni queste, rientranti nei livelli essenziali di assistenza (DPCM 29/11/2001).

Tali informazioni devono avere il massimo spazio di visibilità ed accessibilità da parte delle donne. I volantini presenti nel Consultorio di Jesi, sono appoggiati in un angolo e non hanno lo stesso impatto visivo della bacheca del CAV, seppure hanno il merito di essere prodotti in numerose lingue.

La petizione per la piena applicazione della L.194/78, lanciata lo scorso maggio e sostenuta da 58 soggetti co-promotori chiarisce bene la nostra posizione: il primo punto chiede il potenziamento dei consultori, luoghi in cui l’iter della legge vive i suoi passaggi fondamentali.

Il secondo punto ribadisce l’importanza di una piena applicazione della legge ricorrendo, laddove necessario, alla mobilità del personale, perché l’art. 9 della 194/78 prevede la possibilità di esercitare l’obiezione di coscienza per i medici, ma non certo per la singola struttura, tenuta, in ogni caso, ad eseguire gli interventi richiesti, al termine dell’iter indicato dalla L.194/78.

Il terzo punto della petizione propone di affidare al Difensore Civico della Regione Marche il compito di raccogliere segnalazioni di disservizi o disapplicazioni della legge oltre che monitorare il fenomeno dell’obiezione di coscienza negli ospedali e nei consultori pubblici, ai sensi dell’art.9 L.194/78, la Regione deve vigilare e garantire l’applicazione della legge nel suo territorio.

Infine, il tallone d’Achille della Regione Marche: la pillola RU486, per l’aborto farmacologico, nonostante la legge stessa preveda il diritto della donna ad essere informata per scegliere tra le diverse tecniche, quella più rispettosa della propria integrità fisica e psichica, la Regione Marche è l’unica in Italia, a non acquistare la RU486, da quasi 3 anni, impedendo di fatto alle donne di poter scegliere questa via per l’IVG.

Siamo determinati a consegnare al più presto le firme raccolte con la petizione nonostante l’appuntamento con l’assessore regionale alla Sanità, Almerino Mezzolani, venga rinviato da due mesi.

Collettivo Via Libera 194,
U.D.I. Unione donne in Italia di Jesi,
Casa delle donne di Jesi,
Casa delle culture di Jesi,
Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri”,
Spazio Comune Autogestito – TnT – YA BASTA Marche,
Comitato ANPI sezione di Jesi,
ass. SpaziOstello onlus,
ass. La strada di Sergio ,
Se non Ora quando – 13 Febbraio di Ancona,
UAAR – Unione atei e agnostici razionalisti circolo provinciale di Ancona

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One Response

  1. Sono senza parole…leggendo queste notizie mi compiaccio sempre piu’ di vivere all’estero…l’italia (con la i minuscola) somiglia sempre piu’ ad un paese (con la p minuscola) di fanatici e integralisti mediorientale.

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