Comunicato stampa sulle Unioni Civili, replica al Gruppo Misto

Unioni civiliCOMUNICATO STAMPA

Senigallia, 17 Giugno 2012

Agli organi di stampa, loro sedi

Oggetto: Replica e considerazioni sul comunicato stampa del Gruppo Misto, contrario al registro senigalliese delle Unioni Civili.

Il comunicato stampa del Gruppo Misto a firma del Sig. Maurizio Perini, di fatto contraddice pesantemente i precedenti comunicati apparsi nei siti online di notizie locali, oltre che sulla stampa cartacea.
Prima il problema era che l’apertura a determinati concorsi, finanziamenti o liste comunali, alle coppie (omosessuali e non, andrebbe anche detto) che avrebbero usufruito di questo registro comunale, era che sarebbero venute a mancare le risorse destinate “alla famiglia”, come se quelle coppie stesse, non potessero definirsi tali.

Oggi la critica al registro comunale viene fatta sulla base di una “marginalità” numerica di chi ne potrebbe usufruire. Ossia, si sottolinea come siano pochi coloro che, all’atto pratico, andrebbero ad iscriversi (se le cifre riportate sono giuste, 298 coppie su 82 comuni in Italia).
Insomma, delle due il Gruppo Misto, a cui consigliamo caldamente di prendere una decisione ed una linea politica definitiva…UNA!

O il registro non serve perché “minaccia la tenuta della società che ammette un modello unico di famiglia, fondata sul matrimonio tra uomo e donna”, sulla base guarda caso dell’unico modello di famiglia accettabile dalla parte della Chiesa Cattolica Apostolica Romana (ma non dai suoi fedeli visto le statistiche in merito dove i 43% degli italiani e’ favorevole al matrimonio gay, ed il 62% alle loro unioni civili. E nemmeno dalla realtà dei fatti più che accertati).

OPPURE, il registro non serve perché sono poche le coppie che si registrerebbero.
Prima si sbandiera una minaccia per i fondi destinati alla famiglia a causa del numero di chi potrebbe usufruirne, finendo per gravare sulle casse del Comune di Senigallia, poi si sottolinea che i fruitori di tale registro sono pochi, per cui non vale la pena istituirlo. Coerenza cercasi disperatamente.

Se peraltro sono poche le coppie che usufruirebbero di questo servizio, registriamo ancora come si tratta di una argomentazione sostanzialmente “distorta”, se non addirittura “malata”. Perché le Istituzioni come il Comune di Senigallia, mettono a disposizione per i cittadini uno strumento per poter usufruire di quello che si configura come un diritto. Da quando in qua un diritto necessita di un numero prestabilito di individui e di esseri umani per essere riconosciuto? Il Gruppo Misto avrebbe abolito o meno la schiavitù, sulla base del numero degli schiavi richiedenti la libertà? Se sono 10 la aboliamo, se sono 11 no? Restiamo perplessi, attoniti e fortemente contrari a questo tipo di logiche.

Alcuni dati peraltro, andrebbero ricollocati in una determinato contesto. I numeri forniti nel comunicato stampa del Gruppo Misto, sugli aderenti alle unioni civili in GB, e’ molto alto a dispetto di come viene furbescamente, faziosamente e negativamente riportato.

Il numero di unioni civili degli USA che viene riportato invece, non tengono conto che solo 6 Stati su 50 (!) permettono l’unioni di persone dello stesso sesso. In Germania, solo dal 2009 sono stati estesi tutti i diritti a chi ha contratto un’unione civile. Quindi solo dal 2009 l’unione civile e’ equiparata al matrimonio, e pertanto non e’ un caso se in pochi, fino a quel momento, hanno sottoscritto un’unione civile. In Francia, dire che “SOLO 44 mila coppie nel 2011 hanno sottoscritto un PACS”, significa essere intellettualmente disonesti e voler trarre il lettore a conclusioni errate.

Infine, una frase del comunicato stampa ci colpisce in modo particolare, tanto che andrebbe riportata per intero: “Numeri piccoli che dimostrano come non si possa normare un rapporto che per stessa volontà dei suoi componenti non intende essere istituzionalizzato se non attraverso un rispetto e fiducia reciproca.”
Bene, ci limitiamo a replicare all’intero Gruppo Misto ed al Sig. Perini, che umilmente dovrebbe evitare di avere la pretesa di conoscere la volontà di un’intera comunità, quella delle persone LGBT, sul come questi vogliano vedersi riconosciuti dei diritti da parte delle Istituzioni, che peraltro, particolare di cui si dovrebbe tenere conto se dotati di buona fede, chiedono a gran voce da tempi memorabili.

Dire che le coppie omosessuali non vogliano vedere normare i loro diritti, e’ un insulto all’intero impegno civile in tal senso da parte degli stessi, e di altri che come noi soci e simpatizzanti dell’UAAR, da sempre siamo in prima linea, oltre che ad ogni manifestazione per i Diritti LGBT, per questi civili riconoscimenti.

Auspichiamo che con coraggio, i rappresentanti comunali di Senigallia sappiano dare una svolta a certe derive ideologiche obsolete, ed al contempo, concedere a tutti i suoi cittadini la possibilità di avvalersi di un diritto. Quello all’Uguaglianza e parità di trattamento dei membri di una stessa comunità, da parte delle Istituzioni.

Il Delegato UAAR di Senigallia
Paul Manoni

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One Response

  1. Fiorenzo Nacciariti

    Condivido la logica di quanto scritto da Paul Manoni. Solo una nota lessicale: consiglio a Paul di sostituire le espressioni del tipo “buona fede” con “lealtà” o “onestà intellettuale”.
    Infatti si dice che fedele è il cane (se lo è) e che leale – o intellettualmente onesto – è l’umano (se lo è).
    Non mi sembra lecito chiedere a un umano di tenere un comportamento da buon cane.
    Per contro non mi sembrerebbe sensato chiedere a un cane di essere leale o di essere intellettualmente onesto.
    Nessun riferimento canino alle persone di cui al comunicato stampa, solo in generale per l’inadeguatezza dell’espressione “buona fede” riferita all’umano.

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