Comunicato stampa sull’eutanasia e le libere scelte di Max

MaxCOMUNICATO STAMPA
Senigallia, 23 Dicembre 2014.
Agli organi di stampa, loro sedi

Oggetto: Sull’eutanasia e le libere scelte di Max

Quello sull’eutanasia ed i temi relativi al fine vita in generale, è un tavolo di dibattito aperto a tutti, che in questo paese viene sostanzialmente e volutamente negato. Viene puntualmente ignorato, da una certa politica quando per codardia interessata, non osa nemmeno calendarizzare quella legge di iniziativa popolare che giace da oltre un anno e mezzo in chissà quale cassetto del Parlamento, e che noi dell’UAAR, insieme ad altre associazioni, abbiamo contribuito a presentare. Viene puntualmente reso oggetto di attacchi clericali intrisi di ideologiche mistificazioni, tutte le volte che solo si intravede lo spiraglio per un confronto, chiesto, voluto e cercato, come in questo caso, da Max Fanelli, il 54enne senigalliese malato di SLA, che recentemente ha lanciato un appello in favore dell’eutanasia.

A questo tavolino di confronto civile, anche questa volta non poteva mancare chi, come tal Don Luciano Guerri, parroco della frazione di Marzocca-Montignano, vuole sedersi “allargando i gomiti”, finendo per sindacare su quella libertà di scelta individuale che andrebbe garantita e rispettata ad ogni individuo, tanto più a quelli che nel dolore umano più indicibile, si trovano nelle stesse condizioni di Max.

Se il parroco in questione fosse intervenuto pubblicamente, facendo sapere a tutti come si comporterebbe o non comporterebbe lui stesso trovandosi nei panni di Max, sarebbe stato pacifico, comprensibile e pienamente accettabile. Ma dal momento in cui questo parroco, portavoce per l’occasione di questa sua Chiesa perennemente dedita alle ingerenze nella vita di tutti, si erigono a conoscitori di “risposte giuste e sbagliate”, pur non potendo conoscere mai ne i sentimenti, ne le condizioni, ne le sofferenze che causano molte malattie mortali, tra le quali la SLA, non possiamo fare altro che denunciare a condannare questa loro profonda invadenza e reiterata mancanza di riguardo. E’ inaudito che si dica alle persone, soprattutto a quelle che vivono nella sofferenza causata da determinate gravi condizioni, che non sono libere di decidere sul proprio corpo, sul quale l’individuo è sovrano assoluto in quanto unico conoscitore di ciò che è bene per lui o meno. Ed è deplorevole che per queste affermazioni, si adducano motivazioni sterili ben occultate dalla parola “Dio”.

Riteniamo che la facilità con cui alcuni individui speculano su certe questioni, pur non immedesimandosi ne avendo un briciolo conoscenza diretta “sulla propria pelle”, circa cosa significhi essere malati terminali, sia un segnale di profonda prevaricazione e mancanza di rispetto, proprio nei confronti di chi quelle malattie le vive quotidianamente.

Come per altri diritti, tra i quali spiccano da sempre la piena applicazione della legge 194/78, i matrimoni tra persone dello stesso sesso, o l’accesso alla fecondazione eterologa, anche la liceità dell’eutanasia è un tema per cui ci battiamo quotidianamente, e per il quale continueremo sempre a batterci. La campagna “eutanasia legale” è tutt’altro che conclusa. Lo Stato deve, e non certo per gentile concessione, garantire a tutti i suoi cittadini, credenti o non credenti che siano, il diritto a porre fine alla propria esistenza in modo dignitoso, ed il pieno accesso alle loro libertà individuali, nel rispetto delle loro scelte, delle loro volontà e della loro autodeterminazione.

Esprimiamo a Max ed ai tanti che vivono nelle sue stesse condizioni, la nostra più sincera solidarietà e vicinanza, qualsiasi decisione personale vorranno eventualmente prendere.

Alimenteremo noi per primi, la scintilla accesa da Max.

Delegazione UAAR di Senigallia
Paul Manoni

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2 Responses

  1. Uaar Prov. Ravenna

    Condividiamo e sottoscriviamo l’appello per Max, senza se e senza ma.

  2. […] da Piergiorgio Welby. Inizialmente con il nostro Circolo Uaar territoriale ci siamo attivati per difendere le ragioni di Max, a seguito di un intervento scomposto da parte di un parroco locale, che dopo avergli fatto una […]

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