I risultati del concorso “L’uomo dopo Darwin”

l'uomo dopo darwinDi seguito riportiamo i testi dei primi tre classificati per il concorso “L’uomo dopo Darwin”, oltre ad altri segnalati.

I classificata: Vita Varsalona, di San Giovanni Gemini (AG)

Quest’amore sconsiderato

Quest’amore sconsiderato
è il mio amore più grande
il mio solo mare
e ha l’acqua di tutti i fiumi
rena e detriti di cento piene.
A me è venuto col primo vento
io l’ho gridato dai monti
l’ho scritto a unghiate nelle caverne
l’ho celebrato danzandoti intorno ai fuochi
e le mie dita sono sempre quelle
sanno mille pieghe
ogni scossa della tua pelle.
Lascia che tocchi tutti i tuoi nervi
lasciami scioglierti
lasciati scorrere
posso nutrirti fino a seccarmi
posso sfinirmi
lascia che io viva del tuo sudore
della saliva…….

II classificato: Tommaso Battimiello, Napoli

Tutti i ragazzi si sedettero rumorosamente per ascoltare cosa avesse da dire l’ufficiale. In breve il silenzio scese nell’aula. L’uomo appoggiò le mani sulla cattedra di legno scuro e guardò attentamente le persone che aveva dinanzi. La classe pendeva dalle sue labbra.
– Sono qui oggi per esporre il progetto di potenziamento e conservazione della razza ariana tedesca- Incominciò, inforcando i sottili occhiali – obiettivo principale per la realizzazione di tale progetto, la cui esecuzione è stata ordinata dal Führer in persona, è la completa estinzione dei parassiti della nostra società quali ebrei,omosessuali, individui afflitti da profonde turbe psichiche e handicappati che da ormai troppo tempo annacquano il sangue, originariamente puro, della virtuosa popolazione tedesca.
Un leggero brusio si alzò tra gli studenti sui cui volti traspariva ora stupore e interesse.
– La campagna di informazione, molto a cuore al Führer, deve passare necessariamente per i giovani tedeschi della vostra età dal momento che…
– Intendete davvero ucciderli tutti? Non vi sembra una cosa contro natura uccidere persone così deboli? – esclamò alzandosi uno dei ragazzi, seduto in seconda fila. L’ufficiale, interrotto dall’intervento del giovane, digrignò i denti per la rabbia mostrando i muscoli contratti della mascella
– Franz, ma come ti permetti di interrompere così l’ufficiale? Sei impazzito forse? – Saettò l’insegnante che assisteva seduta in un angolo, rossa di rabbia e di vergogna – la prego di perdonarlo capitano Schulman, i ragazzi a volte sono molto impulsivi.
Il volto dell’ufficiale si rilassò.
– Come ha detto che si chiama il ragazzo? Franz ? – chiese all’insegnante, senza distogliere lo sguardo, incuriosito dal ragazzino che ora era sprofondato dietro al banco per la vergogna.
– Franz Schmidt signore, è uno degli studenti più brillanti della classe – rispose l’insegnante senza esitazione.
– Bene Franz – disse l’ufficiale mentre camminava fra i banchi fino alla terza fila, squadrando i ragazzi che abbassavano immediatamente il capo quando incrociavano il suo sguardo – contro natura dici? Conosci la teoria del professor Darwin, Franz? – chiese, fermandosi davanti al suo banco.
– No signore – rispose questo senza alzare lo sguardo.
– Ne ero certo, se l’avessi conosciuta sapresti certamente con quanta pietà opera la natura verso i più deboli – disse sorridendo – bene, la natura opera costantemente una selezione fra chi può sopravvivere e chi no, e non opera questa scelta secondo bontà o carità cristiana, Franz, ma sulla base di una costante, violenta e inumana competizione. Chi vince, col tempo, subisce una trasformazione in un essere superiore, mentre di chi perde rimangono, nella migliore delle ipotesi, soltanto i fossili. Tutti gli animali, persino i pietosi fringuelli delle isole visitate dal professor Darwin non conoscono pace, ma solo perenne guerra risolta imparzialmente da Madre Natura a scapito dei più deboli. Come puoi vedere in natura non c’è evoluzione senza estinzione e ora per far evolvere il popolo del quale tu fai parte il tuo paese intende adoperare tutti i mezzi necessari, da che parte vuoi stare? Evoluzione o estinzione? Perché, vedi Franz, la natura mostra molto raramente di risparmiare chi si schiera dalla parte sbagliata.
– E lei capitano, si è schierato dalla parte giusta? – pensò tra sé e sé Franz, fissando la fascia rossa con al centro la croce uncinata legata al braccio dell’ufficiale che aveva smesso di fissarlo e ora sfoggiava un sorriso di vittoria.

III classificato: Giacomo Vissani, Belvedere Ostrense (AN)

Colori che non conosco

Soffio della mia vita,
vola, tu che puoi, tra i rami aggrovigliati del bosco della menzogna.
Apri le tue ali, colorale di tinte che ancora non conosco,
e spicca il volo.
Lacera le più belle livree intessute di ignoranza e prepotenza,
apri le loro armature con la stessa forza con cui si sono imposte su di te.
Mostra come la tua bellezza sia riconducibile alle mie emozioni,
alle mie paure, ai miei battiti.
Batti le tue ali facendo cadere gli occhiali di nera pece di coloro
che non vedono la palese ricostruzione della vita.
Di coloro che invalidano la vita di una farfalla che ha lottato
per far nascere i propri decori da un bruco,
di un cavallo che ha nitrito forte come un tuono
per poter galoppare con lʼarmonia di un lampo,
di una rosa che controvoglia a imparato a difendersi
con le spine,
di un uomo che ha imparato da una farfalla, da un cavallo, da una rosa
lo strano e meraviglioso evolversi del passato.
Ora tu,
mio dolce e unico sospiro.
Tu sai come ero abile nello sporgermi da un albero senza cadere,
nel creare colorate scintille con due fredde pietre solo per scaldarmi,
nel tramutare in amore le flebili emozioni che un mio simile faceva vibrare nelle mie fibre.
Non far credere a nessuno che tutto è nato così comʼè.
Non far credere a nessun bambino che una cicogna volando spensierata
abbia lasciato per caso la sua vita nelle mani di due altre.
Impedisci il rogo della nostra esistenza,
fatto da chi non ha il coraggio di stupirsi di quanta vita scorre
al di là di quelle lenti scure che permeano la loro vita.
Non far sprecare le vittime estinte per lo loro pochezza
di vivere questa natura,
non rendere vani i venti che soffiano per moltiplicare
i petali su questa terra,
non frantumare lʼintelligenza dellʼumanità
che partorisce di giorno in giorno un figlio più consapevole.
E se tutti i tuoi colori non bastassero a spiegare
i come, i perchè e i ma,
allora smetti di volare
e plana sorretto solo dalla nostra verità.
E volerai in eterno.

POESIE SEGNALATE:

IV classificata: Fabia Colantoni, Roma

Il segreto della natura secondo Darwin

Prosperano fertili pensieri
e crollano secoli di certezze
sotto il peso di un idea diversa
germogliata tra nuove bellezze
vissute in un esperienza trascorsa
sbriciolando antichi
misteri.

Guarda: eccolo il pirata della conoscenza
viaggia a bordo di un brigantino
tra i mari del sud corsi dai venti
mentre la storia naturale fa capolino
dietro scoperte di molti mutamenti
fra i passaggi fraterni dell’esistenza

che parlano di piccole progressioni
attraverso il fossile di un cranio atavico
che così tanto ci rassomiglia
scavalcando quell’errore antico
sull’uomo e la sua famiglia
fra instancabili ipotesi ed emozioni

Guardalo ora: passeggia solitario in giardino
sul suo viottolo privato del pensiero
sorpreso, dentro una folta barba bianca
che rimugina ancora su Adamo ed il suo mistero
e su quell’eredità tanto scientifica quanto poetica
chiudendo così l’avventura di un mitico destino.

V classificato: Andrea Pegazzano, Parma

Mondi

Aria.
Con le nuvole
peregrine
ho camminato,
condiviso
il pianto,
contemplato
sconfinati orizzonti
sempre nuovi,
più che mai
vivo.

Terra.
Lungo le radici
delle ciclopiche sequoie
lentamente
sono scivolato.
La mia carezza.
La loro saggezza.

Roccia.
Dal vento
mi sono lasciato
cullare
pigramente plasmare
assieme alle vanitose granitiche rocce,
in sinuose forme
e minacciosi animali,
il mio corpo
s’è mutato
e ne ho provato piacere.
Fiori e vento.
All’unisono,
nel prato
divenuto il mio mondo,
accompagnato dalla musica del vento,
ho danzato
e quanto mi sono divertito,
con l’acquilegia,
il tenero amor nascosto,
coi papaveri,
selvatici ed irsuti,
con la premurosa viola,
la mammola profumata,
con l’elegante campanula,
vestitasi a festa di blu mare e violaccio,
con l’allegro brio
dei rossi gigli.
Che festa è stata, poche così belle.

Acqua.
Senza pagare
son entrato
alla mostra più bella
quadri d’autore
dipinti con maestria
su pacifici pesci
coralli preziosi
miraggio di profondità
ricche e splendenti,
miracoli viventi
di tempi diversi,
forse passati.

Nulla di ciò che sono stato,
di ciò che ho provato,
dei mondi magnifici che ho mirato
nei quali mi sono mescolato,
potrà mai convincermi
che il mio cuore
la mia vita
siano lontano da te,
non appartengano a te,
non siano parte di te,
amore mio.

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